Liste d’attesa infinite e servizi sanitari troppo costosi che spingono 2,5 milioni di italiani a rinunciare alle cure.
La sanità resta uno dei tasselli più preoccupanti in Italia: ad oggi sono molte le famiglie che si vedono costrette a rinunciare alle cure sanitarie perché diventate troppo costose, o a rivolgersi fuori Regione. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, vuole affrontare il problema pagando di più gli operatori sanitari degli ospedali.
La situazione sanitaria in Italia
Con difficoltà maggiori soprattutto al Sud, l’Italia si trova in un momento complesso a livello sanitario. Solo chi ha risorse a sufficienza riesce a rivolgersi al privato in caso di visite urgenti. Chi si trova in situazioni più precarie invece, si trova costretto ad attendere tempi interminabili, che spesso arrecano danni alla propria salute.
Secondo l’ultimo rapporto sul Sistema sanitario italiano, emerge che il 33,3% dei cittadini ha dovuto rinunciare a prestazioni o interventi sanitari per indisponibilità delle strutture sanitarie e liste di attesa, che li ha costretti a rivolgersi fuori Regione per accedere alle cure.
Inoltre, la sanità italiana va ormai avanti sotto organico, perché chi resta a lavorare nel pubblico è costretto a fare turni massacranti, con ritmi che rendono impossibile conciliare lavoro e vita privata.
Schillaci: “Più risorse e un maggiore sforzo organizzativo”
Secondo il ministro della Salute, Orazio Schillaci, per ridurre le liste d’attesa occorre “incentivare” i medici a lavorare di più nel Servizio sanitario e questo si può fare “pagandoli subito di più come abbiamo già fatto per i medici di pronto soccorso e rendendo strutturali gli straordinari da 80 euro lordi all’ora”, 50 euro per gli altri operatori.
Per la sanità “spero di avere in manovra 3-4 miliardi in più da destinare prioritariamente agli incentivi per il personale in modo da rendere più attrattivo il Ssn. Poi appena possibile va superato il tetto di spesa sul personale perché abbiamo bisogno di fare più assunzioni“.
Schillaci ha illustrato il suo piano in un’intervista al Sole 24 ore, spiegando: “Noi siamo intervenuti mettendo a disposizione delle Regioni più risorse: sia recuperando quelle non spese per le liste d’attesa nel 2022, sia aggiungendo più fondi. I soldi dunque sono stati assicurati ma ho chiesto alle Regioni di spenderli bene”.
Si sta lavorando a un cambiamento strutturale e non a “interventi tampone che non risolvono situazioni a volte inaccettabili”. Per Schillaci “è indispensabile però che tutti gli attori del Servizio sanitario, compresi i privati convenzionati, mettano a disposizione nelle loro agende regionali le prestazioni e gli interventi che possono svolgere“, cosa che non avviene in alcune Regioni.
L’idea del ministro è quella di estendere il bonus per chi lavora nei pronto soccorso anche agli altri operatori “perché pagarli meglio, incentivandoli anche ad avere un attività straordinaria ben remunerata, sarà lo strumento migliore insieme a un supporto organizzativo per riuscire a tagliare le liste d’attesa”.